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COVID-19 Monthly Report - Maggio 2021


SITUAZIONE SANITARIA NAZIONALE


Il contesto sanitario nazionale presenta una fase discendente della curva dei contagi, ma bisogna prestare particolare attenzione ai dati per valutare alcune variabili di breve termine. Molto dipenderà anche dal contesto legato alle varianti; come riportato nei precedenti Report, ragionando in termini di “worst case”, una possibile variante ancora non riconosciuta e potenzialmente neutra al vaccino potrebbe diventare un piccolo cigno nero all’interno del più grande.


Per le decisioni immediate confermiamo di fare riferimento a tre principali parametri, al quale se ne aggiunge un quarto che è quello relativo alle vaccinazioni: tasso di occupazione dei posti letto totali in Ti, tasso di occupazione in area medica, Rt e vaccinazione per fascia di Età per Regione.


Importante valutazione legata alle Varianti, nel loro ruolo capacitativo che esse possono avere in funzione previsionale e di scelte aziendali sul medio lungo termine.

L’impiego di vaccini, non è neutrale rispetto a un virus, ma in generale ne può influenzare l’evoluzione. Questo comporta che vi sia una possibilità che i vaccini spingano il virus a mutarsi e a creare varianti potenzialmente più aggressive.

Pertanto, riteniamo che sia funzionale porsi il tema se saremo in grado di stare dietro – come progettazione e produzione dei vaccini, nonché accettazione degli stessi da parte della popolazione – alle ulteriori future varianti di SARS-CoV-2 che verosimilmente potranno sorgere, indotte in molti casi dai vaccini medesimi.

Aggiornamento decreti e protocolli: aggiornamento del «Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2/ Covid-19 negli ambienti di lavoro», siglato dalle parti sociali il 14 marzo 2020 e modificato il 24 aprile 2020.


Segnali e previsioni: la terza ondata di nuovo coronavirus in Italia sta rapidamente rientrando. Ricoveri e decessi sono in netto calo rispetto al picco raggiunto a inizio aprile, rispettivamente del 37% e del 22%, grazie al combinato disposto delle zone rosse e dei vaccini. Va comunque sottolineato il fatto di come questa prima fase di inoculazioni le restrizioni hanno contribuito molto di più dei vaccini per contenere l’impeto del virus, dato l’esiguo numero di persone vaccinate nel mese di marzo. Tuttavia, ciò non significa che si possa ancora abbassare la guardia. Per due ragioni: In primo luogo, dal Regno Unito arrivano notizie pur sempre ottime, ma che ridimensionano leggermente l’efficacia dei vaccini nel ridurre i decessi e la malattia grave (per specifiche vedi paragrafo vaccini). In secondo luogo, perché è pressoché certo che il numero di decessi causati da Covid-19 stia diminuendo più rapidamente rispetto al rischio di ricovero in terapia intensiva, e dunque una maggiore circolazione virale potrebbe comunque tornare a riempire i nostri ospedali.

Continuiamo ad impostare un approccio che va a consigliare di continuare la gestione organizzativa utilizzata fino ad oggi per contenere la fase espansiva del virus, e basarsi su tre parametri: Scelte di Governo, Varianti, Crisi Socio-Economica. Questi fattori in particolare modo il punto tre caratterizzeranno le fasi successive, anche se plausibilmente la stagione estiva porterà ad una fase di “apparente calma”;


FOCUS VACCINO

Il contesto legato all’approvvigionamento: Nessun aggiornamento sul nuovo Piano Nazionale vaccinale legato agli approvvigionamenti. Il fattore “brevetti” legato ai vaccini potrà successivamente essere un aspetto importante in tema di approvvigionamento.


Piano distributivo: la media giornaliera delle ultime due settimane è di 350 mila dosi somministrate al giorno, l’obiettivo primario dichiarato dal nuovo Piano era di arrivare ad aprile con una media di 500 mila, per rispettare appunto il cronoprogramma di settembre. Il compito ad oggi è arduo e dipenderà da una serie di fattori non solamente dipendenti da noi come Nazione. Ad esempio, nel piano non sono state considerate le voci relative alla riduzione improvvisa di dosi legata all’approvvigionamento dei vaccini. Più che concentrarsi sulla possibilità di vaccinare l’80% della popolazione bisognerà guardare alla messa in protezione delle fasce di età più a rischio, anche perché, vedendo il contesto mutevole del virus risulterà comunque difficile immaginare una copertura dell’80% della popolazione, visto che vi sono le possibilità tecnologiche di adattare il vaccino alle varianti, ma non ci sono poi i tempi oggettivi per distribuirlo in maniera celere ad una platea così vasta; considerando poi il fatto che ancora non sappiamo con certezza quanto sia duraturo l’effetto immunitario (più correttamente protettivo) del vaccino.


Contesto internazionale: ci concentriamo sull’aspetto legato alla situazione di stati critici che possono dare uno spaccato di quello che potrà essere il contesto nel breve ma anche medio futuro e quali scelte ci possono suggerire in tema di continuità aziendale. Nei prossimi mesi il tema dei viaggi all’estero e la loro messa in sicurezza sarà un fattore preminente, specialmente per alcune aree geografiche. Prestare particolare attenzione, per casi studio, sulle seguenti aree e modalità di contenimento del virus e gestione vaccinale: Brasile, Cile, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Australia, Vietnam, Taiwan, India.


Case farmaceutiche, criticità: vaccino americano monodose Johnson&Johnson, ultimo in ordine di tempo ad essere stato autorizzato. Si continua a riscontrare una gestione complicata della comunicazione da parte dell’EMA sui quattro vaccini presenti ad oggi.

Focus sugli ultimi dati del Regno Unito e sulla capacità del vaccino di diminuire i decessi. Scopriamo che alla data di “riapertura” del 26 aprile, basandoci sui dati inglesi, la letalità di Covid-19 non è più quasi dimezzata (-48%), come precedentemente previsto, ma è calata del 41%. Comunque, un ottimo risultato, certo ma significativamente inferiore alle stime che avremmo potuto fare fino a qualche settimana fa.


Monoclonali: come anticipato nei precedenti Report, un fattore che potrebbe risultare decisivo può essere dato dallo sviluppo delle monoclonali. Con le nuove linee guida per le cure domiciliari è previsto il trattamento con anticorpi monoclonali per tutta la popolazione. Il loro utilizzo ha dato effetti più che sorprendenti nel combattere il coronavirus, ad essere trattati con questi anticorpi sono state persone di età compresa tra i 30 e gli 80 anni e dunque una vasta categoria che ha confermato come la terapia sia valida su tutte le fasce d’età. La comunità scientifica sembra concorde nel considerare funzionanti le cure con i Monoclonali. Le criticità arrivano da un ritardo a livello nazionale dell’utilizzo di questi specifici farmaci. L’Italia, visto che una parte consistente della produzione avviene nel nostro Paese, avrebbe una carta importante da giocare da un punto di vista strategico, se i risultati continuassero a confermare l’efficacia della cura.


L’importanza di vaccinare gli over 70: Dobbiamo segnalare come questo aspetto possa diventare determinante anche nei prossimi mesi perché sarà necessario comprendere più a fondo quanto duri l’immunità e se davvero la protezione sarà così elevata, in particolare per le persone che appartengono appunto, alle classi d’età più a rischio. Questo aspetto si andrà poi ad incrociare con la reale volontà di vaccinarsi, da parte delle fasce di età con minor rischio che la malattia possa degenerare in casi gravi (under 45). I prossimi fattori da valutare saranno: 1) Vedere la reale partecipazione alla campagna vaccinale degli under 45, 2) Le varianti che possono diventare immuni ai vaccini in distribuzione e quindi con esso capire se vi è una reale utilità nel vaccinare le categorie più giovani; 3) Comprendere quando dovrà essere effettuato il richiamo per le fasce di età più a rischio, una volta stabilito la durata dell’immunità.


Legislazione del vaccino: Analisi critica delle vaccinazioni secondo protocollo, 6 Aprile 2021 «Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Sars-Cov-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro». Prossime difficoltà nella partenza del nuovo protocollo per le vaccinazioni in azienda:

  1. Si partirà nel momento in cui saranno vaccinati tutti gli over65 o addirittura gli over60? Ancora non vi è chiarezza.

  2. Probabile pensare che potrebbe essere data priorità a determinate aziende, su settori in questo determinato momento più sensibili (es. turismo, grande distribuzione, logistica di trasporto).

  3. Chiarire quali saranno le prime regioni che potranno partire con la campagna vaccinale in azienda. Quali criteri? Regione che completerà per prima la copertura vaccinale per gli over 60?

  4. In Italia delle 57,2 milioni di dosi previste ad inizio anno nel secondo trimestre, si prospetta un taglio del 37% a causa dei ritardi accumulati sulle consegne. Questo potrebbe portare a ritardare il processo legato alle vaccinazioni in azienda per dare precedenza alla copertura totale degli over 60.

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