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La violenza sul lavoro non è un imprevisto: come prevenirla con ascolto e formazione.

La violenza nei luoghi di lavoro non è un evento raro né imprevedibile. È un rischio professionale che può e deve essere gestito. Non si tratta solo di episodi eclatanti, ma spesso di forme più subdole e ripetute, come minacce, intimidazioni, aggressioni verbali o psicologiche. Ogni atto di violenza ha conseguenze rilevanti non solo sulla salute psicofisica della vittima, ma anche sul clima interno, sul benessere collettivo, sulla reputazione dell’organizzazione e sulla produttività. 


Come può un’azienda gestire proattivamente la violenza nei luoghi di lavoro? 

Prevenire i rischi è possibile, ma solo se si sceglie consapevolmente di farlo. Questo significa passare da un approccio reattivo – che interviene solo dopo l’episodio – a uno proattivo, in cui il benessere, il rispetto e la sicurezza sono parte integrante della strategia organizzativa.  La prevenzione della violenza richiede una responsabilità aziendale chiara, un sistema integrato di rilevazione, formazione e risposta.

È fondamentale agire sulla cultura organizzativa e due strumenti risultano particolarmente efficaci.


  1. Survey di percezione del rischio

Il primo passo essenziale è l’ascolto. Rilevare la percezione della violenza attraverso questionari anonimi e strutturati consente di dare voce a tutte le persone nell’organizzazione, a tutti i livelli, raccogliendo informazioni preziose per poter agire sulla consapevolezza e per strutturare azioni di cambiamento mirate.   

Strumenti di questo tipo aiutano le organizzazioni a mappare il rischio in modo capillare e a progettare interventi mirati, non standardizzati, che tengano conto delle criticità specifiche di ciascun contesto.


Una survey ben costruita consente di ricavare dati su:

  • percezione di rischio e sicurezza generale e specifica;

  • probabilità soggettiva delle diverse espressioni di violenza; 

  • qualità delle relazioni;

  • grado di responsabilità dei comportamenti agiti;

  • manifestazioni di comportamenti ambigui o svalutanti;

  • livello di fiducia nella capacità dell’azienda di proteggere il proprio personale;

  • conoscenza delle politiche e degli strumenti a disposizione dei dipendenti;

  • eventuali aspetti di miglioramento;

  • bisogni formativi e aspettative della popolazione aziendale.


  1. Formazione su violenza e aggressioni

Alla fase di ascolto deve seguire un’azione formativa strutturata e quanto più personalizzata possibile. La formazione è uno strumento strategico per ridurre il rischio e rafforzare la capacità del personale di agire in modo efficace in situazioni critiche: l’obiettivo è quello di aumentare il grado di consapevolezza e la conoscenza, stimolando la riflessione critica, il confronto ed esercizi pratici.

Un programma formativo efficace sulla gestione della violenza sul lavoro dovrebbe prevedere:

  • tecniche di riconoscimento precoce di segnali di escalation;

  • competenze relazioni, strumenti e strategie di comunicazione non-violenta;

  • gestione dello stress e dell'impatto emotivo dopo un evento violento;

  • consapevolezza delle procedure di sicurezza e delle misure di tutela previste;

  • simulazioni di situazioni reali, per sviluppare competenze applicabili e concrete.

Violenza: sintomo di un sistema che chiede attenzione.

Survey di percezione e attività formative mirate, sono due modi attraverso i quali si può costruire un ambiente di lavoro realmente sicuro, in cui prevenzione e cultura del rispetto vadano di pari passo. La violenza sul lavoro non è mai un fatto isolato, ma è spesso il sintomo di un sistema che chiede attenzione. Affrontarla significa prendersi cura delle persone e del valore più importante di ogni organizzazione: il benessere condiviso.

 
 
 

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