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2023: l’anno delle sfide e dell’agire anticonvenzionale

Stiamo vivendo anni “eccezionali”, la fragilità dello scenario internazionale continuerà a caratterizzare gli equilibri globali anche nel 2023, anzi, appare concreto il rischio che, nei fatti, l’anno appena iniziato sia più denso di tensioni del precedente. Diventa prioritario per i professionisti porsi in maniera non convenzionale, pensare ed agire fuori dagli schemi e con un’ottica di analisi volta a provare ad anticipare le possibili minacce che questo 2023 “sfidante” ci pone davanti. Si tratta di una sfida dall’immenso valore in virtù dell’inquietudine crescente delle società civili tanto ad est quanto ad ovest, tanto a nord quanto a sud del mondo. I popoli appaiono sempre più stanchi e spaventati dalla conflittualità internazionale, dal rincaro del costo della vita, dall’orizzonte temporale che sembra privo di bagliori di luce che caratterizza ormai la loro quotidianità e le loro finanze. Tale stanchezza e tale timore si manifesta, nelle società occidentali e non solo, in una crescente sfiducia nelle istituzioni e nel metodo democratico, con un incremento della diffusione di teorie cospiratorie e anti-sistemiche e, infine, con forme di mobilitazione rabbiose e violente.


Il nuovo anno, dunque, metterà alla prova l’equilibrio instabile di Pechino con Washington, che in caso di vittoria di Mosca nel conflitto ucraino, che ha disorientato l’Europa, metterebbe in condizione il “Dragone” di lanciare ufficialmente la sfida all’egemonia euro-atlantica e gli permetterebbe di guardare con occhi diversi anche alla spinosa questione di Taiwan.

In un anno in cui inflazione e volatilità del mercato energetico condizioneranno le scelte politiche di tutto il pianeta, la competizione internazionale per le risorse, legate soprattutto alle materie prime e alle fonti energetiche, sarà priorità assoluta per lo sviluppo tecnologico ed industriale del futuro e chi le controlla potrà sostenere le proprie ambizioni e la propria parabola strategica.


In base a questi fattori, appare evidente quanto sarà decisivo il 2023 per il futuro a livello sia politico internazionale che per le aziende che fanno parte di un pezzo strategico fondamentale di esso.

Guardando ai ricorrenti Report che provano a evidenziare cosa ci aspetterà nel futuro prossimo, l'edizione 2023 del Global Risks Report concentra la propria analisi su una potenziale "policrisi", relativa alla carenza di risorse naturali come cibo, acqua, metalli e minerali, illustrando le ricadute socioeconomiche e ambientali associate attraverso una serie di potenziali futuri, evidenziando le molteplici aree in cui il mondo si trova a un punto di svolta critico. Dando un invito all'azione per prepararsi collettivamente alla prossima crisi che il mondo potrebbe affrontare. Tra i rischi globali classificati per gravità nel breve (2 anni) e lungo termine (10 anni) troviamo al primo posto nell’immediato la crisi economica e la competizione Geopolitica ed economica, curioso notare come nel Report 2022 quest’ultima faceva fatica a trovare il suo spazio di considerazione; mentre nel lungo termine i rischi legati al cambiamento climatico. Se l’aspetto legato all’erosione della coesione sociale e alla polarizzazione della società è una costante sia nel breve che nel lungo termine, unite ai rischi Cyber, il vero sbilanciamento sul lungo termine è da collocare chiaramente sui rischi ambientali che hanno una capacità di impatto sulle nazioni e sul sistema produttivo economico altissimo.


Il rapporto annuale dell'Allianz Risk Barometer, più orientato sul contesto produttivo/aziendale, focalizza i parametri di rischio nelle interruzioni di attività, nelle tematiche IT e negli aspetti economici ed energetici.

Le catastrofi naturali e il cambiamento climatico scendono in classifica e le aziende danno la priorità alle pressanti preoccupazioni macroeconomiche: inflazione, crisi energetica e possibile recessione. Il percepito dei 2.712 esperti interpellati commentato dal CEO di AGCS, Joachim Mueller, ci riporta che “Per il secondo anno consecutivo, l'Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono maggiormente preoccupate per l'aumento dei rischi informatici e per l’interruzione dell'attività. Allo stesso tempo, vedono l'inflazione, l'imminente recessione e la crisi energetica come minacce immediate per la loro attività. Le aziende, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l'attuale "permacrisi" derivante dalle conseguenze della pandemia e dall'impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. È uno stress test per la resilienza di ogni azienda.”

Un 2023 che possiamo definire fuori dagli schemi, chi si occupa di rischi integrati in azienda in ottica di comprensione evolutiva strategica che porti valore aggiunto, deve avere la capacità di rispondere in maniera altrettanto aggressiva e anticonvenzionale, dove l’agire per costruire resilienza e ridurre i rischi è ora sì al centro delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni.


Per questo la capacità di saper leggere il contesto che ci circonda, portando ad investimenti capaci di creare un beneficio concreto in termini di ritorni economici e umani, è una chiave di volta fondamentale per dare valore ed essenza una volta per tutte a chi si occupa di tutelare il patrimonio e la continuità operativa delle aziende.

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