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Educhiamo al Rispetto

Immagine del redattore: Paola GuerraPaola Guerra

In vista del 25 novembre 2025 il mio pensiero va a tutte le donne vittime di violenza.

Dal 1 gennaio 2023 al 31 luglio 2024 sono state 175 le vittime femminili di violenza di genere. Il 31,5% delle donne in Italia ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Al 30 agosto 2024 i femminicidi sono stati 62 su un totale di 175 omicidi volontari.

Sempre da inizio 2023 le denunce per stalking in Italia sono state 29.946, 8.738 sono stati gli ammonimenti provenienti dalle Questure (di cui 5.375 per violenza domestica) e 1.166 gli allontanamenti. 


Il numero di pubblica utilità 1522 a disposizione delle vittime di violenze ha registrato nel primo semestre di quest’anno un consistente incremento. Solo nei primi tre mesi si è passati dalle 9.796 chiamate dello scorso anno alle 17.880 del 2024. In crescita in particolare le segnalazioni di stalking. 


La violenza subita per circa la metà delle vittime che contattano l’1522 è quella fisica (39,8% nel primo trimestre e 42,9% nel secondo), seguita da quella psicologica (rispettivamente 37,9% e 36,7%). Se però si prendono in considerazione i casi di donne che hanno patito due o più tipi di violenze, è la violenza psicologica quella subita in forma maggiore: le vittime del primo trimestre la indicano in 1.974 casi e nel secondo trimestre 1.755 casi. Aggressioni fisiche e psicologiche ma anche minacce e atti persecutori. Importanti anche le chiamate per gli episodi di violenza economica. Le schede di rilevazione redatte dalle operatrici registrano inoltre la durata dell’atto violento. Più della metà delle vittime (55,8% nel primo trimestre e 60,7% nel secondo trimestre) dichiara di aver sopportato per anni la violenza. Una pervasività che determina effetti pesanti sui comportamenti delle sopravvissute. Ben il 58,2% delle vittime (analisi complessiva sui due trimestri del 2024) prova ansia e si trova in uno stato di grave soggezione” (dati elaborati dall’Istat).


Pochi spunti in un oceano di soluzioni ancora da trovare, spunti che però sarebbero estremamente efficaci:

  • sostenere e promuovere nelle aziende le valutazioni di rischio di molestie e aggressioni e  le valutazioni di rischio di genere oltre che attività di sensibilizzazione e formazione per diffondere la cultura del rispetto e della prevenzione;

  • coinvolgere entrambi i generi in laboratori e momenti di scambio concreto per analizzare e ricercare le migliori soluzioni: donne e uomini insieme, in una sorprendente ricerca di complementarità;

  • fare cultura nelle scuole con programmi dedicati a contrastare la violenza di genere già dalla scuola dell’infanzia: bambini e bambine educati al rispetto reciproco;

  • formazione adeguata alle aziende e agli operatori delle strutture sociosanitarie per essere efficaci nel sostenere le vittime: saper ascoltare il non detto e saper vedere l’invisibile agli occhi.


Chiudo questa riflessione con le parole di Kofi Annan, ex segretario generale delle Nazioni Unite: “La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani”.

 
 

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