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Il Fattore Umano è un limite o una risorsa?

È una complicazione che porta improvvisazione, errore, emotività, distrazione o una dote che consente di agire con responsabilità, etica, creatività, cuore?


“Se solo non fosse per la gente, la maledetta gente,” disse Finnerty, “che resta sempre intrappolata negli ingranaggi. Se non fosse per loro, la terra sarebbe il paradiso degli ingegneri.” Con queste parole, tratte dal romanzo Player Piano di Kurt Vonnegut, entriamo in un immaginario distopico – e al tempo stesso sorprendentemente attuale – in cui l’automazione ha preso il sopravvento e il lavoro umano è diventato superfluo. Un mondo dove tutto potrebbe funzionare alla perfezione… se non fosse per l’elemento più imprevedibile di tutti: l’essere umano.

In un recente seminario tenutosi all’Università Bicocca di Milano e dedicato alle Organizzazioni ad Alta Affidabilità, come Scuola Internazionale Etica & Sicurezza abbiamo sostenuto che è proprio in queste situazioni complesse e critiche che il Fattore Umano gioca la sua carta più importante per interpretare i contesti confusi e sfuggenti, prendere decisioni etiche, riconoscere segnali deboli e gestire l’imprevisto.


È l’uomo al centro, sempre. Con le sue possibilità di sbagliare e di rimediare, di avere una visione distorta ma anche anticipatrice e visionaria, perché alla vista degli occhi si aggiunge il sentire del cuore.

I nostri vocabolari organizzativi parlano di errore umano, deviazioni, non conformità, minacce interne (insider threat). Abbiamo costruito sistemi e procedure che mirano a neutralizzare, prevenire o limitare l’intervento umano, per paura della sua variabilità e imprevedibilità.

Oggi però stiamo assistendo ad un cambio di paradigma: è importante non focalizzarsi più solo su ciò che non va nel verso giusto, ma anche su ciò che rende possibile il successo operativo quotidiano. L’essere umano non è più solo il problema: è la chiave dell’affidabilità e della protezione.


Ci sarebbe molto da dire sul tema e ne avremo modo in futuro, per ora, making a long story short, mi basta portare la riflessione e il pensiero sull’Uomo, sulla Persona, con i suoi bisogni emotivi e cognitivi, con la sua unicità, con il suo potenziale capace di generare valore. La stessa persona che seppur spesso si ritrovi ad essere il punto più fragile del sistema, è altrettanto vero che è l’unica capace di renderlo vivo, intelligente e pronto all’adattamento e al cambiamento.

Siamo qui, donne e uomini tra donne e uomini, pronti ad esprimere le nostre idee con coraggio, quella capacità del tutto umana di affrontare una situazione difficile, pericolosa o incerta, rimanendo fermi nei propri principi e agendo in modo responsabile, anche quando spinti dalla paura. 


Non c’è nulla di più da dimostrare, il fattore umano va semplicemente custodito e valorizzato.

 
 
 

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