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Sara Marantonio

Rompendo il Silenzio. Affrontare la Violenza e la Discriminazione sul Lavoro

di Sara Marantonio


I dati riguardanti la discriminazione e la violenza nel contesto lavorativo destano grande preoccupazione, richiedendo una profonda riflessione sulle sfide e i cambiamenti necessari per affrontare questo problema in modo efficace e lungimirante. Secondo un'analisi condotta dall'OMS, nel 2019 sul luogo di lavoro vi sono stati 80 reati violenti e 7,1 infortuni dovuti alla violenza sul luogo di lavoro ogni 10.000 lavoratori; questi infortuni hanno interessato circa due volte di più le lavoratrici rispetto ai lavoratori.

Uno dei settori più critici ed emblematici è il settore sanitario dove il 62% degli operatori ha lamentato di aver subito forme di violenza sul luogo di lavoro. L'abuso verbale (58%) emerge come la forma più diffusa di violenza non fisica, seguita da minacce (33%) e molestie sessuali (12%). Questi dati sono allarmanti e mettono in luce il bisogno di affrontare la violenza in ambito lavorativo con urgenza e determinazione.

Un aspetto cruciale di questa sfida è rappresentato dalle disuguaglianze di genere, che continuano a influenzare la vita e la sicurezza delle donne sul posto di lavoro. È forse accettabile il fatto che una donna su due, in Italia, nel corso della sua vita, debba affrontare molestie, discriminazioni o stereotipi sul luogo di lavoro? Inoltre, è fondamentale considerare che questi dati rappresentano soltanto la punta dell'iceberg, poiché nel mondo, per ogni caso di violenza di genere segnalato, si stima ve ne siano fino a 128 che rimangono taciuti.

I dati di questo scenario sottolineano la necessità di azioni concrete: si tratta di promuovere la parità di genere e di creare ambienti lavorativi più inclusivi, in cui ogni individuo sia trattato con rispetto e dignità e in cui, soprattutto, chi è vittima di violenza si senta sicuro nel chiedere aiuto segnalando comportamenti aggressivi e vessatori, e abbia l'opportunità di essere ascoltato, protetto e ricevere supporto.

La portata di questo problema è significativa al punto che si è sentita l’urgenza di introdurre, nel corso degli anni, normative specifiche, come il decreto legislativo 81/08 e, più recentemente, standard e linee guida quali la UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere, la UNI ISO 45003:2021 sulla gestione dei rischi psicosociali e la ISO 34015:2021 sulla diversità e l'inclusione. Questi strumenti legali e normativi offrono alle organizzazioni un quadro e un supporto importante per affrontare la violenza sul luogo di lavoro e promuovere l'uguaglianza di genere. Tuttavia, l’implementazione di un sistema di gestione, l’applicazione di una norma o linea guida, non può prescindere da una consapevolezza profonda di come la violenza può farsi strada negli ambienti sociali in cui viviamo, delle sue diverse forme di espressione e delle sue molte sfumature sottili e talvolta subdole, attraverso cui si manifesta. Serve sviluppare una cultura della sicurezza che abbracci una visione multi-prospettica della violenza, e che abbandoni la tradizionale e più eclatante concezione fisica di essa, imparando a riconoscere come devianti anche i più piccoli segnali, che altrimenti rischiano tacitamente di venire accettati e normalizzati.

Da qui l’esigenza di pensare a un momento di formazione e riflessione, un percorso (Uno sguardo multi-prospettico della violenza nei luoghi di lavoro: sicurezza, parità di genere, inclusione, sostenibilità) che non solo offra ai professionisti in quest’ambito spunti pratici e applicativi per affrontare con concretezza le sfide della violenza, ma che dia anche uno sguardo più ampio e completo della violenza nei luoghi di lavoro. Questo è un punto di partenza imprescindibile per poter costruire sistemi organizzativi virtuosi e sicuri, che possano vantarsi di prosperare come conseguenza del prendersi cura delle proprie persone.



Palermo, T., Bleck, J., & Peterman, A. (2014). Tip of the iceberg: reporting and gender-based violence in developing countries. American journal of epidemiology, 179(5). 602-612

Dati fondazione libellula

Report OMS




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