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COVID-19 Monthly Report - Marzo 2021


SITUAZIONE SANITARIA NAZIONALE


Il contesto sanitario nazionale continua ad avere una fase espansiva del virus costante.


Per le decisioni aziendali immediate si consiglia di fare riferimento ai seguenti 4 parametri: tasso di occupazione dei posti letto totali in Ti, tasso di occupazione in area medica, Rt e relazione tra incidenza per 100.000 abitanti e incremento percentuale dei casi.


Diventa importante il tracciamento delle nuove varianti; andranno valutate una serie di criticità:

  • Qualità del monitoraggio;

  • Difficoltà dell’aggiornamento;

  • Reperibilità che può essere alterata dalle differenziazioni dei sistemi sanitari regionali;

  • Introduzione nel conteggio dei test a tampone rapido;

  • Conteggio nei tamponi giornalieri di casi già registrati come positivi e che effettuano il secondo tampone di controllo;

  • Incremento dei falsi negativi e tracciamento inefficiente per il contesto dovuto alle nuove varianti;

  • Questione legata alle infrastrutture (primule) per il test, tracciamento rapido dei contagiati e somministrazione vaccino.


Tre varianti destano particolare preoccupazione: inglese (maggiore capacità di diffusione), brasiliana (sembrerebbe maggiormente impattante sulla situazione clinica del paziente) e sud africana (non abbiamo ancora sufficienti dati a disposizione ma alcuni vaccini risultano non efficaci).

Richiesta di attenzione di monitoraggio costante, è ancora troppo presto per capire quanto l’approccio italiano si stia rivelando efficace. Agli inizi di febbraio sono stati effettuati 852 campioni di coronavirus, dagli 82 centri di analisi nazionale è stata individuata una media di quasi del 20% di variante inglese.

A margine della presentazione del nuovo DPCM di marzo sono stati presentati i risultati della ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità sulle varianti: quella inglese risulta ora prevalente nel Paese, con 54% dei casi registrati.


Visto l’andamento epidemiologico, si consiglia di continuare la gestione organizzativa utilizzata fino ad oggi. Passata la fase di marzo e aprile, si arriverà plausibilmente ad una fase di maggior comfort aziendale.

L’immunità di gregge rappresenta il target, è utile chiedersi quando questo scenario ideale potrà essere raggiunto. Non c’è una risposta univoca. O meglio: la risposta cambia da Stato a Stato.

La tempistica varia a seconda dell’efficienza anche dei piani vaccinali allestiti da ogni singolo Paese. Più la macchina organizzativa delle vaccinazioni riesce a somministrare dosi ai cittadini, più ci avvicineremo all’obiettivo designato. Nonostante tutto, ad oggi la campagna vaccinale potrebbe non essere decisiva per alcune nazioni, e potremmo ritrovaci a rincorrere il virus. Per questo è ragionevole pensare che per lo meno fino al 2022 (fatta eccezione per la fase estiva) le aziende dovranno continuare a mettere in campo tutte le tutele e i piani organizzativi utilizzati fino ad oggi.

In Italia vi è la variabile dettata dal nuovo Governo insediatosi: sarà importante capire dal decisorio quel è la direzione che si vuole dare. In campo le opzioni sono di vario tipo, soprattutto improntate a limitare il più possibile la diffusione delle varianti.

FOCUS VACCINO

La centralizzazione della campagna vaccinale da parte dell’Unione europea sta portando ad una serie di criticità di varia natura: contrattuale, differenziazione fra stati e autonomismo delle nazioni.

Si confermano difficoltà contrattuali e competizione nel quadro internazionale tra i Paesi dell’Ue e tra l’Ue e le aziende farmaceutiche.

Al 5 marzo le persone che hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino in Europa è del 7,8% (elaborazione dati ECDC):

  • Dosi totali distribuite negli Stati membri dell'UE / SEE 47.319.245;

  • Dosi totali somministrate negli Stati membri dell'UE / SEE 34.827.459.


Difficoltà legate alla produzione del vaccino con diversi tagli alle forniture per l’Italia.

Segnaliamo l’importanza del vaccino monodose: il player maggiore Johnson & Johnson e per quanto riguarda l’Italia Reithera.


Le Monoclonali possono diventare un fattore rilevante alla lotta al COVID-19.


L’Importanza strategica di vaccinare gli over 70: diventa fondamentale puntare su una campagna vaccinale con l’obiettivo di coprire il più possibile le persone che hanno un’età superiore ai 70 anni. Es. qualora l’intera popolazione over-80 italiana (in questo caso 4,4 milioni di persone) fosse immunizzata, la letalità di COVID-19 si ridurrebbe del 56%.

L’Italia denuncia un ritardo sulle vaccinazioni over 70, si desume facilmente che nei prossimi mesi la letalità da COVID-19 sarà più alta rispetto che in altri paesi Eu.


Si ipotizza la produzione del vaccino da parte di aziende terze (tra cui quelle farmaceutiche) a valle di accordi commerciali con le multinazionali detentrici dei brevetti.

Sul tema, segnaliamo due fronti:

  • Produzione vera e propria;

  • Infialamento del siero.

CRITICITÀ:

  • Scarsità di bioreattori per produrre il vaccino;

  • Tempistiche che si accavallano con la produzione annuale di altri vaccini;

  • Possibile blocco della produzione di altri vaccini che possono essere necessari.

Attualmente gli impianti europei coinvolti nella filiera dei vaccini sono 41.

Il MISE sta lavorando ad un piano nazionale per verificare se e come produrre vaccini anche in Italia.

Tenuto tavolo di confronto con Invitalia, Farmindustria e AIFA.

Opzione di avviare la costruzione di un polo nazionale pubblico – privato.



Il Garante per la protezione dei dati personali ha annunciato la pubblicazione delle Faq con l’intento di fornire le indicazioni utili alle imprese per quanto riguarda il trattamento dei dati relativi alla vaccinazione COVID-19 nel contesto lavorativo.


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