Il luogo dove è stato ucciso l’ambasciatore italiano Attanasio, il Carabiniere di scorta Iacovacci e un autista, è considerato da anni ad altissimo rischio per tutti coloro che per lavoro sono costretti ad andarci. A pochi giorni di distanza sulla stessa strada è stato ucciso anche William Asani, il magistrato militare responsabile dell’indagine.
Nell’est del Congo sono attive diverse milizie e gruppi armati congolesi, ruandesi e ugandesi che si combattono a vicenda per il controllo delle importanti risorse naturali e minerarie presenti in quel luogo. Si tratta di una regione che è storicamente instabile, perlomeno da quando tra il 1998 ed il 2003 vi si è combattuta la cosiddetta "grande guerra africana".
La zona dell’imboscata in cui hanno trovato la morte i nostri connazionali è nota anche per la presenza del Parco Nazionale congolese del Virunga, proprio al confine tra Uganda e Ruanda. Il Parco è Patrimonio Unesco ed è noto per essere abitato dai gorilla da montagna, specie ormai a rischio di estinzione.
I Ranger del Parco Nazionale sono spesso minacciati da bracconieri e dalle più svariate milizie. Proprio il mese scorso sono stati uccisi in quella zona sei bracconieri. Del massacro furono accusati i ribelli locali.
Stando alle stime di Human Rights Watch, importante organizzazione umanitaria, nella zona Parco sono state sequestrate in appena tre anni circa 170 persone. Le vittime, in particolar modo donne, sarebbero state picchiate, torturate, stuprate e fatte riscattare per forti somme di denaro. Anche in questi casi i carnefici sarebbero le locali bande criminali ed i vari gruppi di miliziani.
Nel Virunga si è poi sviluppata negli anni un'altra attività altamente redditizia per i gruppi armati: il rapimento dei dipendenti delle ONG internazionali. I rapiti vengono poi liberati solo se viene pagato un riscatto al rapitore di turno.
Oggi circa 800 agenti sono dispiegati nel Parco del Virunga, ben equipaggiati e addestrati dalle forze belghe. Tali forze risultano però spesso insufficienti nel fronteggiare le innumerevoli bande armate.
Dal 2016 la strada nazionale numero 2, la principale strada che attraversa il Parco, si può percorrere soltanto sotto scorta, essendo diventata sempre più insicura e teatro di innumerevoli scontri a fuoco.
I vari episodi dimostrano pertanto l’estrema pericolosità di tutta la regione e sono da tenere in considerazione nella analisi del Travel Risk e nella pianificazione della Travel Security.
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