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Immagine del redattorePaola Guerra

Un approccio etico al lavoro

Quando ho posto la firma sul documento che mi impegna a rispettare ‘La Carta di Urbino’, presentata lo scorso 2 marzo a Bilbao presso la sede dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, ho capito che, forse, iniziamo ad uscire dal perimetro tecnico dei professionisti della sicurezza e che iniziamo a coinvolgere la società tutta sui temi della centralità della persona, del suo benessere, del suo lavoro e della sua dignità. Sono anni che mi impegno in questa direzione e finalmente, grazie all’Osservatorio Olympus dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e alla Fondazione Nazionale Rubes Triva, posso siglare un documento dedicato al ‘Benessere della persona che lavora’ che porta a riflettere su alcuni aspetti fondamentali ancora troppo trascurati in tema di prevenzione della salute e del benessere sul luogo di lavoro.


La Carta di Urbino non ha solo un’importanza Istituzionale e sociale ma diventa una manifestazione culturale, l’occasione di coinvolgere ogni persona, ogni cittadino, sul benessere organizzativo, uno degli aspetti più delicati e importanti della società moderna. Finalmente l’attenzione si estende e si apre ai temi e ai rischi psicosociali, ambientali e relazionali che possono condurre a danni fisici e psicologici.


Sono pronta da sempre a costruire le basi di un nuovo mondo che si occupi delle condizioni emotive dell’ambiente in cui si lavora, del clima organizzativo volto a stimolare il talento di ognuno, degli spazi fisici che accolgono le persone, la loro storia e le loro criticità, della trasparenza delle azioni e dei pensieri, finalmente liberi da stereotipi e prepotenze, dei rapporti tra gli uni e gli altri, sempre inseriti in una cornice di senso e di valore. Il 1 Maggio quest’anno abbiamo avuto un motivo in più per festeggiare i lavoratori, ci ritroviamo di fronte ad una dichiarazione di intenti senza precedenti, a firma italiana, ispirata a valori umanistici e completamente a tutela della persona, dell’equilibrio vita e lavoro e della salvaguardia della salute e della sicurezza di ognuno.


I cambiamenti in questa nuova era non finiscono mai, dopo le grandi dimissioni, la ricerca di una reale qualità della vita, dopo aver constatato l’aumento di disturbi e malesseri psicofisici in una società fragile e duramente colpita, assistiamo ad un cambiamento che sa di buono, profuma di rinascita e promette, in 10 punti, di mettere la persona al centro senza se e senza ma. Mi piace abbandonarmi alla simbologia del numero dieci, denominato Cielo, sintesi perfetta del Tutto, utilizzato nelle religioni, nello sport e nella vita comune per rimandare alla totalità, al compimento e alla completezza.



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