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Workers’ Memorial Day on April 28

Amare se stessi è l'inizio di una storia d'amore lunga tutta una vita.

Per questa breve riflessione in occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (Workers’ Memorial Day) istituita nel 1989, vorrei iniziare con la celebre frase di Oscar Wilde “amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tuta una vita”.


Dopo due anni di pandemia dovuti al Covid19 abbiamo davvero bisogno di pensare a noi: come persone, come cittadini, come lavoratori.

E soprattutto in riferimento a questa nostra dimensione di lavoratori, dobbiamo diventare sempre più protagonisti.

Sappiamo che la legge impone alle aziende molti e stringenti obblighi per tutelare la salute dei propri collaboratori. Ma non basta: abbiamo visto in questi due anni quanto siano stati determinanti i comportamenti dei singoli e dei gruppi, la partecipazione di tutti, il rispetto delle regole.

Le azioni messe in campo dalle imprese, anche con i Protocolli anticontagio, hanno consentito di far fronte con grandi risultati alle enormi difficoltà che si sono create: i lavoratori (di tutte le funzioni aziendali) hanno dato prova di grande responsabilità.


Sappiamo anche che in certi casi non vi è un pieno rispetto delle leggi e degli obblighi di prevenzione – per svariati motivi. Ma è proprio in queste situazioni che i lavoratori possono fare la differenza: interessandosi concretamente alle misure per la loro tutela, segnalando le situazioni critiche, denunciandole ove necessario. La legge tutela chi è costretto a denunciare (Il preposto non puo' subire pregiudizio alcuno a causa dello svolgimento della propria attività; l’RLS non può subire pregiudizio alcuno a causa dello svolgimento della propria attività…).


A volte non si segnalano le non conformità per paura, ma la legge è chiara, è un atto di responsabilità per sé e per gli altri e tutela chi è costretto a denunciare.

In questa direzione, alla fine del 2021 sono state emanate ulteriori modifiche al decreto legislativo 81 del 2008 che rafforzano il ruolo della formazione e il coinvolgimento dei preposti - capi e manager - anche nelle attività di vigilanza e controllo.


L’abitudine, un certo fatalismo o peggio ancora l’adattarsi a situazioni critiche, sono la cosa peggiore: sono ciò che può determinare la fine della storia d’amore con noi stessi.


E non possiamo permetterlo, dobbiamo come comunità professionale fare in modo che, grazie anche alla conoscenza, eventi drammatici sul luogo di lavoro si verifichino sempre meno.


Abbiamo davanti tantissime sfide tecnologiche, economiche, ambientali culturali per noi e per i nostri figli.

L’uomo al centro è sempre più l’obiettivo della Commissione Europea, si parla di industria 5.0 come percorso verso questo approccio: “Industry 5.0 centers around three interconnected core values of human‐centricity, sustainability, and resilience and therefore is not a technology‐driven revolution but a value‐driven initiative that drives technological transformation with this particular purpose. But Industry 5.0 requires also new policies and policy instruments, a Governance 5.0, new partnerships, and new objectives for policies affecting industry, knowledge‐society and economy” (Fonte - Belgium Research and Innovation)

La sicurezza sul lavoro è uno degli aspetti fondamentali di questa visione di sviluppo.

L’auspicio che possiamo farci quindi è di passare questo anno – fino al 28 aprile del 2023 - lavorando affinché principi, valori, obblighi diventino sempre più realtà; una realtà in cui siamo protagonisti per dare una svolta non solo alla riduzione di eventi drammatici e infortuni sul lavoro, ma anche alla nostra vita, alla società in cui viviamo, al futuro che vogliamo costruire.


Mariarosaria Spagnuolo, già Direttore Area Salute e Sicurezza sul Lavoro, Assolombarda











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